Giuseppe Giusti
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Giuseppe Giusti, il poeta che col Guadagnoli e col Batacchi rallegra i dopopranzo dei padri dí famiglia, rischiara le oneste facce dei pizzicagnoli toscani, insegna in versetti la sana morale e la storia patria ai ragazzi, sembra deciso dopo morto a voler disturbare la bella serenità dei monumenti di Firenze. Poichè in S. Miniato al Monte, là dove una volta la rossa agonia del sole coloriva le trasparenti finestre occidentali, un goffo monumento del poeta di Pescia tien ora degna compnia agli altarini e alle gabbiuzze di latta che il culto dei cadaveri ogni anno riconduce nella solitaria chiesa. Alcuni maleintenzionati propongono ora di portare í resti del Giusti in Santa Croce, per aumentare forse il museo di famose ceneri, e con qualche solenne traslazione accrescere gli introiti cittadini e fare piovere discorsi e croc.. Ma più che per la minacciata superba nudità della chiesa di Arnolfo, io parlo perchè si impedisca alle gloriuzze effimere l'accesso in Santa Croce, e non lo si conceda che ai nomi che almeno duegento anni di varie opinioni abbian sopportato; se no le nostre trionfanti democrazie, che vogliono a Parigi Zola nel Pantheon, giudicando del poeta per la sua bandiera politica, ci appiccicheranno un giorno o l'altro il monumento di un Cavallotti qualunque.
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